My Bike My Life

My Bike, My Life: Francesca

Il racconto di Francesca, di una passione nata da piccola, tra piccoli timori e grandi traguardi.

Molto spesso ci capita di interrogarci su quale sia realmente il senso della nostra vita, ci interroghiamo sul perché dell’accadimento di svariati eventi. Qualunque esse siano le risposte a questi interrogativi, la cosa che realmente conta è vivere ogni singolo secondo della nostra vita con cognizione di coscienza, non bisogna vivere la vita, come se fossimo destinati a vivere per sempre, come affermava Seneca, secoli fa, ma molto spesso ci manca il coraggio, di dare una svolta alle proprie vite.


Bisogna cercare quella cosa, quel nostro piccolo angolo di felicità, che ci dia la possibilità di affrontare le avversità che ogni giorno la vita purtroppo ci mette di fronte, bisogna vivere la vita con fermezza, forza d’animo e tanta determinazione, non bisogna essere succubi delle proprie paure, pregiudizi o impedimenti di vario tipo. E deve essere proprio quell’angolo di felicità che deve darci ogni giorno la forza, che dobbiamo ricercare continuamente, assiduamente, perché una volta trovato, sarà capace di dare una svolta determinante alla nostra vita. E bisogna cercarlo, instancabilmente, continuamente, ma non al di fuori, nel mondo esterno, bensì si tratta di un’indagine introspettiva, tutte le risposte che cerchiamo sono dentro di noi, e, purtroppo, non potremmo scappare da noi stessi per sempre.

Insomma, o sei allenato a correre o prima o poi morirai d’infarto.
Questo “angolino” credo si concretizzi con le passioni.
Che possono essere svariate, o una sola, dal disegno, alla fotografia, alla danza, ad ognuno il proprio, a seconda delle proprie inclinazioni naturali. Nel mio caso, è nato tutto sin da quando ero bambina, magari preferendo stare in officina con papà e i suoi amici, anziché giocare con le barbie; preferendo guardare la moto GP sul divano con papà anziché guardare i cartoni.
Le passioni sono cosi, le possiedi per indole, sin da bambino, magari nascoste, ma dubbio una passione si possa acquisire, per carità, nulla è generalizzabile, ma per quanto la mia pochi e labili dati la mia esperienza mi abbia fornito, la mia ipotesi non è mai stata smentita. Ci nasci, con una passione, bisogna coltivarla, farla crescere dentro di noi, fare in modo che ci guidi nelle nostre decisioni, affidarle il controllo della nostra vita, perché ci porterà sulla strada che conduce alla felicità, al ricongiungimento con noi stessi. Questo, ovviamente, in un mondo ideale, che purtroppo, non sempre corrisponde con la realtà che siamo costretti a vivere ogni giorno. Ma questo non deve abbatterci, bisogna continuare incessabilmente a lottare per quello che amiamo fare.


Per quanto mi riguarda, la svolta è arrivata con l’arrivo della mia prima moto, Duke 125 nuovo fiammante. Nel giorno di San Valentino, desiderata assiduamente dal 2017, arrivata appena 3 anni dopo. Ovviamente, senza l’aiuto di mio padre, tutto ciò sarebbe stato impossibile, essendo io una ragazza, a maggior ragione. Molte volte, infatti, sono proprio i pregiudizi a mettere a rischio le nostre passioni. Ho iniziato tardi, si, con le mie difficoltà, ma, allo stesso tempo, con determinazione. Beh credo che quella sia stata la carta vincente. Mettere anima e corpo in quello che si sta facendo.
Capisci di aver trovato il tuo “angolino” quando non ti chiedi neppure se quello che stai facendo possa essere la tua strada, perché sei troppo impegnato a percorrerla, col sorriso stampato in faccia.


Specialmente il motociclismo, che mondo fantastico, ti permette di togliere la maschera che ognuno indossa, ogni giorno, e di indossare un casco. E sotto quel casco, ci sei soltanto tu, senza filtri, nella tua vera essenza. Quando, per la prima volta, ho indossato il casco e acceso la moto, mi sono resa conto di quanto, la mia vita, fino a quel momento, fosse stata monotona, quasi senza senso.

Ti senti libero, una sensazione indescrivibile, che, ognuno, almeno una volta nella vita, dovrebbe provare. Senti che quello è l’unico posto in cui davvero vorresti essere, la cosa che davvero vorresti fare, e arrivi quasi a temere che il tempo passi troppo in fretta e che quindi possa finire tutto troppo velocemente. Poi inizi a guidare e tutti i pensieri svaniscono, pensi unicamente a divertirti, sempre, però, in maniera coscienziosa, rispettando in primis se stessi, la moto e gli altro. Infatti se c’è una frase, detta da mio padre, che mi ha colpito particolarmente, è stata: “rispetta la tua moto, e lei ti rispetterà sempre”, bisogna ricordarsi di essere soggetti finiti, con dei limiti, e bisogna imparare che l’asticella del limite non va mai superata, specialmente su strada, dove i pericoli sono innumerevoli. Ciò non vuol dire non divertirsi, come erroneamente molti pensano, ma, divertirsi responsabilmente.
E mi ritengo fortunata, poiché ho avuto la sia la possibilità di sviluppare la mia passione, ma anche e soprattutto il supporto e l’aiuto di papà, al quale sarò eternamente grata, poiché penso che non ci sia nulla di più gratificante, del condividere tutto ciò con le persone che si amano.

Francesca Pia Ceci

Nazario Peruggini

Da sempre appassionato di auto, dal 2017 tornato al mondo delle due ruote. Nel garage, sempre in evoluzione, una KTM 890 SMT, una Duke 790 2023 e una piccola Honda CRF300L.

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