My Bike My Life

Vivalamoto, viva Duccio!

Intervista a Duccio Rasoini, un nome una garanzia per i video motociclistici su YouTube Italia.

“Duccio sei un grande!”. Che si trattasse di un video sul suo canale, o di una recensione ai tempi di Omnimoto, i commenti suonavano e suonano tuttora più o meno così. Per la rubrica My bike, My life scopriamo insieme, attraverso alcune domande, Duccio Rasoini. Mente e braccio del canale Vivalamoto, definirlo youtuber sarebbe riduttivo. Possiamo parlare di un appassionato vero, di un cultore del mondo delle due ruote con raffinate capacità comunicative e giornalistiche. Simpatico, alla mano, ma al tempo stesso preciso e puntuale nelle sue disamine motociclistiche. E se anche voi siete fan della “classica sosta a Ponte Milvio”, godetevi le sue risposte e continuate a seguirlo nei suoi progetti.

Com’è nata la tua passione per le due ruote?

“In modo totalmente inconscio. Da piccolo, diciamo alle elementari, ero ossessionato dai tachimetri delle auto. All’epoca i vetri non erano oscurati e si poteva chiaramente vedere il cruscotto dall’esterno. Complice anche il fatto che i modelli sul mercato erano decisamente ridotti rispetto ad oggi, conoscevo la velocità del fondoscala di qualsiasi auto. Poi in un lontano 1982 (credo) è arrivato a casa il mitico Rizzato Califfo verde pisello con parafangoni in lamiera bianchi. Un cinquantino che ha segnato il mio debutto sulle due ruote a motore ben prima della fatidica soglia dei 14 anni (ovviamente per qualche metro in un’area privata…). Me lo ricordo pesantissimo. Per fortuna, diciamo così, non aveva il variatore, per cui lo spunto era decisamente fiacco e mi aiutava parecchio a prendere confidenza. Ma a dire il vero non avevo ancora capito quanto intenso sarebbe poi diventato il legame col mondo dei motori e con le moto in particolare. Almeno fino al 1986 quando fu sancito l’obbligo dell’uso del casco per i minorenni. Mia sorella (più grande di me) non volendo usare il casco decise di cedermi il suo “SI”. Quello era davvero un super motorino, leggero, con uno spunto da MotoGP, ben frenato e decisamente più modaiolo del Califfo. Niente soste al bar, ma ricchi pomeriggi in giro senza meta per il piacere di stare in sella, liberi. Ecco credo che tutto sia proprio nato al manubrio di quel Piaggio, in modo del tutto naturale.Parallelamente iniziava la mia sete di conoscenza. Ogni mercoledì ero in edicola ad acquistare Moto Sprint (all’epoca frequentato tra l’altro da Rivola, Patrignani, Saragoni, Braglia) ma siccome spesso non mi bastava veniva affiancato da Motociclismo o da In Moto.”

Qual è stato il tuo primo motorino e la prima moto?

“La prima moto è arrivata nel 1989, una (per me bellissima) Honda NS125F II del 1987 nella livrea bianco-rosso-blu.”

Il nuovissimo logo di Vivalamoto. Un nome che nella sua semplicità esalta lo spirito del canale.

Che rapporto hai con le moto moderne, ricche di elettronica? Te lo chiedo perché sappiamo tutti che la tua moto è una carismatica old style tutta manuale.

“L’elettronica ormai è così evoluta che spesso non ti accorgi nemmeno del suo intervento. Quella “base” come ABS e TC la giudico una benedizione per moto di qualsiasi potenza. Il mercato sforna modelli top di gamma con potenze sempre più importanti. Quando sei al manubrio di una naked da 200 cavalli su strade aperte al traffico l’elettronica diventa un requisito fondamentale per guidarla con divertimento (ed ovviamente maggiore sicurezza). E’ vero che la prima mappa da attivare è quella del nostro cervello, ma dobbiamo sempre ricordare che anche la fisica chiede pegno. Per questo il farsi aiutare da piattaforme inerziali e co non deve essere visto come un limite al nostro machismo ma piuttosto la soluzione più efficiente per innalzare controllo e confidenza.
Vero, la mia SP-1 non ha controlli, ed anche per questo immagino che i progettisti abbiano disegnato una ciclistica maggiormente improntata alla stabilità piuttosto che alla maneggevolezza, determinando una guida molto più faticosa e muscolare rispetto alle moderne superbike (anche se altrettanto caratteristica e comunicativa).”

Com’è nata l’idea di creare un canale e un sito dedicato alle moto? E la scelta del titolo?

“Avevo voglia di raccontare la mia passione. Oggi la tecnologia ti da l’opportunità di farlo quasi a costo zero e senza bisogno di un editore. Così scrissi una email a Perfetti chiedendo come facesse a microfonare la GoPro. Mi rispose al volo, acquistai il case aperto per il cablaggio del microfono e sono salito in sella… Il nome è venuto di conseguenza, cercavo qualcosa che potesse rappresentare immediatamente la sfera passionale che ci lega alle nostre belle moto, ed ho immaginato che vivalamoto avrebbe potuto funzionare bene”

Hai la capacità (molto rara sul web) di raccogliere tantissimi consensi e pochissime critiche, direi quasi nulle. Come ti spieghi questo gradimento e questa mancanza di “haters” rispetto a molti altri youtuber legati al motociclismo?

“Innanzitutto ti ringrazio. Questa è una domanda da un milione di dollari. Mi piacerebbe pensare “simili cum similibus”, ma chissà. Nei miei video non ci sono impennate, burnout, partenze a razzo dai semafori, cerco per quanto possibile di non infrangere i limiti e di concentrarmi al massimo sul racconto della moto nel suo complesso. Immagino che l’aggiunta di qualche “effetto speciale” potrebbe ampliare il pubblico coinvolto, iscritti al canale e visualizzazioni, e probabilmente arriverebbero anche commenti meno lusinghieri, ma soprattutto non rispecchierebbe il mio modo di voler fare le cose.”

Cosa suggeriresti per riportare tra i giovani la passione per le moto?

“Meno telefonini, meno console… 😉 Sicuramente gli alti costi assicurativi (prima ancora che quelli relativi all’acquisto) tengono lontani tanti ragazzi dai 125, ma mi viene da pensare sia più una questione di costume.”

Il tuo pilota preferito in assoluto?

“Senna e Valentino. Ma anche Lawson, Cadalora, Rainey, Schwantz (ma anche altri, per esempio Biaggi in 250).”

Se oggi dovessi consigliare una moto a un neofita, quale consiglieresti?

“Quella che gli piace di più. Siamo centauri, la moto è il completamento del corpo, deve piacere prima di tutto. Ok, poi se è leggera, ancora meglio.”

Hai mai pensato di fare video con consigli di guida? Nelle tue prove spesso inserisci interessanti spunti tecnici riguardanti tecniche di guida, magari qualche video dedicato farebbe felice i tuoi iscritti.

“Lo farò.”

Come papà, consiglierai a tuo figlio di prendere una moto appena possibile?

“In questo mi sento ipocrita, ma va bene così. Non sto spingendo i miei figli verso le moto. Se un domani mi chiederanno di voler andare in moto mi attiverò spiegando pro e contro, andando in moto insieme ed iscrivendoli a qualche corso di guida sicura in pista.”

Considerando il rapporto costo/peso/prestazioni, non credi nel mondo delle moto si sottovalutino troppo spesso le cilindrate medio piccole influenzando l’opinione di chi si approccia?

“In generale si, soprattutto in mercati come il nostro dove vengono privilegiate spesso le maxi potenze e cilindrate. Per fortuna qualche buona alternativa c’è. E per divertirsi su strada con una moto leggera bastano e avanzano anche 70 cavalli.”

Parliamo di caschi. Hai delle preferenze per qualche modello o marca specifica?

“Uso da (quasi) sempre Arai perché lo trovo molto comodo in relazione alla forma del mio cranio. Ma ad onor del vero ho usato con soddisfazione anche caschi di altri marchi (Nolan, X-Lite, AGV, NOS, solo per citarne alcuni). Tendo a preferire gli integrali. Vestendo una XS apprezzo molto chi produce lo stesso modello con differenti misure di calotta, così da avere un casco piuttosto contenuto nelle dimensioni esterne.”

Youtuber in moto. Ne vengono fuori ogni giorno, ma spesso sono imprudenti, impreparati e tecnicamente poco “pronti” alla guida veloce su strada. E non di rado le case motociclistiche li “premiano” anche con favori in cambio di “visibilità”. Pensi che bisognerebbe invertire questa rotta?

“Onestamente non seguo troppo perché non mi piace quel genere di video.”

A proposito di colleghi, ne hai qualcuno preferito? In Germania c’è un canale chiamato “Nothing to Prove”, che per certi versi richiama il tuo Viva la moto. Sana passione e recensioni molto curate.

“Durante la collaborazione con Omnimoto ho avuto l’opportunità di conoscere nei lanci stampa tanti colleghi ed apprezzarne ancora meglio capacità e professionalità. Andrea Perfetti per il suo modo molto personale di condurre le prove e di avvicinare alla moto anche i meno esperti (ma anche per la voglia di scherzare), Alberto Ceccotti, sempre generoso nei consigli e bravissimo alla guida di qualsiasi mezzo, Marco Selvetti anche lui piacevolissimo, tecnico e dispensatore di dritte.”

Ultima domanda. Spesso le recensioni sui vari canali vengono criticate perché ricche di elogi ma con pochi difetti menzionati. Giornalisti compiacenti oppure le moto moderne sono davvero “ben fatte” nella media generale?

“Oggi la qualità delle moto è davvero elevatissima. Sempre più spesso risulta difficile individuare veri e propri difetti. E quando accade sono davvero contento perché aiutano a raccontare la moto in modo ancora più completo ed oggettivo. Mi sento di spezzare una lancia a favore della categoria.” 😉

Grazie ancora e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.

“Grazie a te Nazario!”

Nazario Peruggini

Da sempre appassionato di auto, dal 2017 tornato al mondo delle due ruote. Nel garage, sempre in evoluzione, una KTM 890 SMT, una Duke 790 2023 e una piccola Honda CRF300L.

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