Prove su Strada

Suzuki Van Van vs Husqvarna Svartpilen

125 quattro tempi: Il coraggio di andare piano!

Ammettiamolo. Viviamo in un paese e in un tempo dove si cerca più di apparire che essere. Non stupisce che nella classifica di vendita moto trionfi la Benelli TRK 502, che a un primo sguardo appare imponente come una GS, con un rapporto peso prestazioni davvero “particolare”. C’è poi il partito dei “senza 120 cavalli non ci fai nulla con una moto”. Va da se che oggi, guidare un 125 quattro tempi, disponendo magari di una patente A3, sia considerato meno “figo” di sfrecciare su un monopattino cinese con firmware modificato.

Ma nell’uso del classico commuting urbano, tutto questo “astio” ha un senso? Proviamo a darci una risposta confrontando un 125 di ultima generazione, l’Husqvarna Svartpilen, con una Suzuki Van Van del 2003.

Faro tondo, gomme tassellate, sospensioni morbide. Ma 18 anni di differenza.

Dal Giappone con furore

La piccola Suzuki ha un aspetto inconfondibile, sopratutto per la sua caratteristica gommatura. 18 anteriore, 13 posteriore con larghezza di ben 180. Camere d’aria, gomme tassellate Dunlop, motore a carburatore. Freno anteriore a disco e dietro un onesto tamburo. Che sinceramente non sfigura dinanzi a molti dischi posteriori di motine moderne. La moto di Bud Spencer, da molti così rinominata per una somiglianza con un vecchio modello usato in un film, è sicuramente un mezzo comodo per spostarsi in città. Sella molto bassa, anche se larga, sospensioni morbide e tanta ciccia nelle gomme permettono di muoversi agevolmente tra tombini, pavé e buche. Che sulle nostre strade non mancano mai. I consumi non scendono mai sotto i 30 km al litro, anche tirandole il collo. Affidabilità al massimo, costi di gestione al minimo. In definitiva una moto che ancora oggi va benissimo, è molto ricercata sul mercato dell’usato e mantiene un’aria semplice e retrò destinata a durare nel tempo. Difetti? Sicuramente l’assenza di un parastrappi sul cerchio posteriore, che porta quindi a degli scatti negli apri e chiudi repentini di gas. Manca naturalmente l’ABS, mai apparso nemmeno negli esemplari venduti nel 2017 (125 e 200). Un’assenza grave che si fa sentire un po’ meno in virtù della potenza in gioco e del tipo di guida che la Suzukina richiede, molto paciosa e rotonda. L’importante è tenere gomme recenti e in buone condizioni, per evitare frequenti bloccaggi. Cambio preciso in perfetto stile giapponese. Quadro strumenti ridotto al minimo (tachimetro, qualche spia e contachilometri), presenta tuttavia il tasto delle quattro frecce. Anche questo non scontato su molte moto moderne.

Strumentazione Ridotta al minimo, serbatoio piccolo e snello. Van Van Style.

La freccia nera svedese

Nata in due differenti cilindrate, o meglio tre (esisteva anche una 701 su base Duke 690), la Svartpilen ha diviso in questi anni gli appassionati. Sia la 401, che la 125 arrivata successivamente, sono amate o odiate. Una prassi per le moto create da Kiska, qualcuno direbbe. Opinioni che dividono anche di fronte alle KTM, cugine di queste Husky con cui condividono telai, motore e componentistica generale.

Ma che piaccia o meno, la Svartpilen appare nella forma e nella sostanza come una moto curata. Anche più della parente austriaca orange.

Belle colorazioni, verniciature curate, fanaleria full led, dettagli premium come scarico e portapacchi sul serbatoio. Cerchi a raggi, nel tempo ha ricevuto in dote anche una sella passeggero più comoda e ampia. Forse solo la strumentazione, se paragonata al TFT della Duke 390, appare un po’ povera e confusionaria per ricchezza di informazioni in così poco spazio.

Una volta in sella, stupisce la comodità. Le sospensioni copiano bene le asperità dell’asfalto e non trasmettono colpi secchi alla schiena. Ci regalano quindi un buon comfort di marcia, arricchito dalla proverbiale agilità made in KTM, con un cambio morbido e una frizione piuttosto leggera da azionare. Sicuramente più di quella della Van Van. In cosa ci ha deluso quindi? Sicuramente sul motore.

Va detto che l’esemplare in prova aveva pochissimi chilometri, e che i tecnici Husqvarna hanno raccomandato ai clienti di fare un buon rodaggio e di aspettarsi dei miglioramenti dopo il primo tagliando. Tuttavia l’euro 5, se paragonato al motore della Van Van, probabilmente fa pagare qualcosa in termini di verve nello scatto 0-50. Non parliamo di 0-100 perché con entrambe le moto è un traguardo più da combo discesa/clessidra, che da cronometro.

Per il resto la piccola Husky non delude affatto e si conferma, assieme alla cugina Duke, la 125 più curata e particolare del mercato attuale. Non abbiamo potuto effettuare una prova consumi, ma sicuramente anche qui non si scende facilmente sotto i 30 al litro.

Manubrio nero con traversino, ma un quadro un po’ piccolo e confusionario. Forse l’unico vero difetto estetico.

Hanno senso al posto di uno scooter?

La praticità e la comodità di una vasc… ops, di uno scooter, sono per molti versi inarrivabili. Ma diciamoci la verità, la moto anche se lenta è sempre un’altra cosa. E parlando di due pesi piuma, sì possiamo dire che nel commuting urbano possono sostituire tranquillamente uno scooter. Naturalmente la Suzuki si presta facilmente a persone più grosse, in termini di peso, e a un eventuale bauletto. L’Husky resta ideale per piloti non troppo pesanti, magari più alti di 165 e smilzi.

Si guidano entrambe con patente B, un’ottima scuola per chi vuole provare una moto ma non ha tempo e voglia di prendere la patente A o spendere cifre maggiori.

Sedute generose e confortevoli. Il limite in due sta più nel motore.

Prezzi

Per la svedese, il prezzo è da nuova è di 5510 franco concessionario. Discorso diverso per la Van Van, disponibile solo usata con esemplari dal 2003 al 2017. Con l’annata 2007 a fare da spartiacque con l’introduzione dell’iniezione, unica importante modifica nei quindici anni di produzione. I prezzi sono in forte rialzo, mediamente per una 125 la richiesta varia tra i 1800 e i 3200 euro.

Meglio vintage o moderno?

Non esiste una risposta definitiva. Se la Suzuki ha un fascino innegabile e delle quotazioni in rialzo che la rendono anche un piccolo “investimento”, la Svartpilen contrappone dotazione moderna, più sicurezza (ABS e doppio disco) e la possibilità anche di trovare una versione 401 che a parità di telaio offre prestazioni decisamente migliori. Che restano, tuttavia, piuttosto basse per l’italiano medio che richiede i fatidici 120 cavalli o un aspetto da GS.

Ringraziamo la Concessionaria Ufficiale KTM e Royal Enfield Moto Service (Bari e San Severo) che ha messo a disposizione la Svartpilen.

Nazario Peruggini

Da sempre appassionato di auto, dal 2017 tornato al mondo delle due ruote. Nel garage, sempre in evoluzione, una KTM 890 SMT, una Duke 790 2023 e una piccola Honda CRF300L.

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