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Intervista a Marco Zuliani: l’Aprilia nel cuore

Passione, competenza e voglia di fare. Quando le qualità di un giovane ingegnere coincidono con quelle di un brand storico, il successo è assicurato!

Marco Zuliani. Intervistiamo un ingegnere simbolo di Aprilia per dodici anni, per conoscere qualcosa sul marchio italiano che più di tutti si sta rilanciando grazie a nuovi modelli e sopratutto ai successi in Motogp.

Com’è nata la tua storia in Aprilia e di cosa ti sei occupato negli anni in cui hai lavorato per loro?

“Da giovane appassionato di moto, Aprilia è sempre stata nel mio “radar”, in particolar modo nel periodo di studi universitari, quando da pendolare passavo spesso di fronte alle sedi di Scorzè e Noale, per recarmi in facoltà a Padova. Per questo, giunto il momento di iniziare la stesura della mia tesi di laurea in Ingegneria Meccanica, la cosa più logica mi è sembrata andare a bussare direttamente alla porta dell’Ufficio del Personale dell’azienda, con in mano un curriculum ovviamente molto scarno e grandi speranze che in qualche modo accettassero di accogliermi per uno stage di formazione. Come spesso accade, “la fortuna aiuta gli audaci” e non ho fatto nemmeno in tempo a rientrare a casa, che ho ricevuto subito una loro chiamata per fissare un colloquio conoscitivo.
Il resto sono oltre 12 anni di meravigliosa storia: stage nell’ambito del settore Innovazione Veicolo, con relativa tesi, e poi subito assunto in primis come progettista sui modello Guzzi Griso (Guzzi era stata da poco acquisita), successivamente Mana 850. Poi responsabilità via via crescenti come capo dei progetti Mana GT e la prima Tuono V4. Nell’ultima fase della mia carriera in Aprilia, ho poi abbandonato l’area tecnica per passare al Marketing di Prodotto, dove ho avuto modo di seguire la definizione delle evoluzioni della piattaforma V4 e le prime fasi di gestazione di quella 660.”

Qual è l’aria che si respira in azienda? Nei video di presentazione della Tuareg ho visto diversi giovani ingegneri, italiani, da cui traspariva una reale e sana passione per le due ruote.

“Confermo: la reale e sana passione delle persone per l’oggetto del proprio lavoro è la forza motrice che anima le giornate e mantiene splendido il clima in azienda. Ancora oggi, a distanza di tempo, mi sento sempre accolto da una grande famiglia, ogni qualvolta capitano occasioni di incontro (vedi ad esempio il recente All Stars di Misano). Senza voler fare delle inutili “sviolinate”, devo ammettere che raramente ho trovato, in altre esperienze lavorative, persone di pari professionalità e qualità. Dal mio punto di vista Aprilia è “The school of champions”, per citare un vecchio slogan, non solo quando si parla di competizioni, ma anche e soprattutto quando ci riferiamo alle persone che ci lavorano. Campioni di passione, professionalità e qualità umane.”

Marco e la sua Tuono 660 Factory.

Per chi lavora in Aprilia, è maggiore l’orgoglio per l’ottima reputazione o la frustrazione per una nomea non eccezionale legata ad affidabilità e post vendita?

“Sinceramente terrei le due cose ben distinte. Credo che la storia sportiva di Aprilia e la concomitante capacità di realizzare dei prodotti di serie capaci di trasmettere grandissime emozioni ai propri possessori siano un punto fermo ed indiscutibile. Questo è sicuramente motivo di appagamento ed orgoglio per chi si impegna quotidianamente per raggiungere tali risultati.
La “nomea” di cui invece parli io la vedo più legata a degli aspetti del post vendita, più che ad un mero tema di affidabilità. Personalmente ritengo che i problemi delle moto Aprilia non siano poi diversi o maggiori da quelli dei principali competitors. Il tema affidabilità è un tema che regala luci ed ombre un po’ a tutti i Brand del panorama motociclistico internazionale. La vera questione in realtà è come ciascun Brand sia in grado di gestire ed intervenire per risolvere questi problemi con modi e tempi che poi alla fine risultino ragionevoli per il cliente. Questo è quello che dal mio punto di vista è alla base della Customer Satisfaction. Ogni “problema” in realtà costituisce una ottima occasione per fare bella figura con il cliente. Probabilmente su questo fronte Aprilia ha ancora margine di miglioramento. La questione è da anni posta all’attenzione di tutta la Dirigenza e posso assicurarti che si stanno facendo tutti gli sforzi possibili per migliorare la situazione. Purtroppo, ci vuole tempo.”

Domanda legata a quella precedente. Vantaggi e svantaggi ad appartenere al gruppo Piaggio?

“La mia storia in Aprilia è cominciata proprio in concomitanza con l’acquisizione da parte del Gruppo Piaggio, quindi le differenze rispetto alla precedente gestione Beggio, personalmente le ho sentite raccontare, più che averle vissute direttamente. Far parte di un grande gruppo ha sicuramente regalato all’azienda una “massa critica” che dà innegabili vantaggi dal punto di vista della stabilità economica e della possibilità di fare economie di scala, mantenendo la competitività nel mercato.
Il rovescio della medaglia è probabilmente quello di dover pagare lo scotto delle procedure e dei processi che sono propri delle aziende più strutturate, a fronte della maggiore snellezza operativa e decisionale che aveva caratterizzato l’Aprilia dell’era Beggio.”

Marco ai tempi dell’Aprilia.

Come fa Aprilia a tirar fuori i migliori telai al mondo? E a giocarsela con colossi con budget e numeri ben più importanti? (Da quest’anno anche in MotoGP)

“A questa domanda credo di aver in parte già risposto al punto 2: grande passione, eccellente professionalità ed esperienza maturata sul campo, qualità delle persone e spirito di squadra
Sono questi gli ingredienti del successo Aprilia, che vanno ben al di là di qualsiasi budget potenzialmente stanziato.”

Haters e fanboy. Le aziende attualmente sembrano avere sempre maggiormente affezionati ammiratori o detrattori seriali. Il tutto amplificato dai social. Quanto incide a tuo parere questo su un marchio come Aprilia? Sopratutto in un momento in cui sta provando a prendere nuove fasce di clientela, con i nuovi modelli.

“Questo è ormai un fenomeno di grande attualità, che va ben al di là del mondo degli appassionati delle due ruote a motore, e con il quale, volenti o nolenti, dobbiamo fare i conti. Non credo che per Aprilia possa avere un impatto molto diverso rispetto a quanto non avvenga anche per i vari competitors.
Aprilia è sicuramente un marchio che lega a sé fantastici ricordi di intere generazioni e, da questo punto di vista, può sicuramente contare su un grandissimo supporto emotivo da parte di un nutrito stuolo di fanboy. Gli haters ci sono e ci saranno sempre. Sta all’intelligenza di chi legge pesare dovutamente le relative opinioni e cercare di costruirsene poi una propria.”

Cosa pensi del progetto 660? Come vedresti una Pegaso o una Caponord 660?

“La piattaforma 660 è un progetto sicuramente molto interessante, che va finalmente a colmare un gap nella gamma Aprilia, che risultava scoperta specialmente nelle medie cilindrate. È un progetto nato con l’intenzione di andare a conquistare anche mercati al di fuori di quello strettamente Europeo, ma devo dirmi molto contento di riscontrare il successo che sta mietendo anche nel vecchio continente. Penso che RS, Tuono e Tuareg 660 siano moto molto equilibrate e ben centrate nel proprio segmento di appartenenza. I commenti che leggo nei vari gruppi social da parte dei rispettivi proprietari, ne sono degna conferma.
Io stesso, dopo ormai più di 10 anni di Tuono V4 (MY11-15-17-21), quest’anno sono passato alla sorellina 660 Factory e devo dirmi stra soddisfatto della scelta.
Pegaso o Caponord 660? Direi la prima, che evoca ricordi ed emozioni a mio avviso più in linea con il target di utenza alla quale si rivolge questa piattaforma di modelli.”

C’è un marchio a cui Aprilia dovrebbe ispirarsi per una crescita a livello di marketing?

“Personalmente ritegno che Ducati abbia lavorato molto bene negli ultimi anni, in particolar modo a livello di strategie di gamma e di comunicazione.
Se pensiamo a come era percepito il Brand ad inizio anni 2000 e cosa invece rappresenta oggi, direi che la trasformazione è stata radicale.
Ritengo che il potenziale di Aprilia non sia da meno. Il riscontro mediatico dei successi nella MotoGP di quest’anno, i risultati del sondaggio d’opinione che lo ha visto come il Brand più amato in Italia e gli sforzi costanti nel rinnovamento ed ampliamento della propria gamma, possono sicuramente costituire il giusto volano per alimentare una crescita virtuosa. Sono sicuro che gli amici che ancora lavorano in azienda ne sapranno fare tesoro.”

Di cosa ti occupi oggi?

“Sono passato alle 4 ruote e, dopo aver partecipato allo sviluppo della nuova Fiat 500 elettrica, presentata qualche tempo fa, oggi lavoro per il Gruppo Volkswagen Financial Services, dove mi occupo di politiche commerciali.
Il cuore però batte ancora forte per le 2 ruote.”

Cosa pensi del mercato attuale delle moto, sempre in crescita, anche rispetto al settore auto, sempre in crisi?

“Difficile dire. In realtà, se guardiamo bene, il mercato moto è in crescita, ma quello complessivo delle 2 ruote a motore fatica a mantenere i livelli ante pandemia.
Credo che parte del successo delle moto, oltre al fatto che negli ultimi anni l’offerta si sia arricchita di prodotti maggiormente accessibili a tutte le tasche, sia anche legato al fatto che le persone sentono una sorta di voglia di rivalsa ed evasione, da una recente realtà fatta di lockdown ed isolamento. Quale mezzo più indicato, se non una moto, per soddisfare questo tipo di aspirazioni?”

Essere Ferrari, hashtag coniato dalla casa di Maranello. Descrivici in poche parole il significato di essere Aprilia.

“Passione sportiva, che trae origine dai successi nelle competizioni internazionali, con la consapevolezza di essere in grado di provare quelle stesse emozioni anche quando si guida su strada …in poche parole: #bearacer

Da possessore di Tuono 660, domanda interessata . La moto è stata apprezzata su tanti aspetti ma criticata per il prezzo rispetto anche alla RS660. Con la Factory presentata nel 2022, con dotazione assai migliorata e prezzo rivisto di poco, pensi Aprilia abbia riconosciuto l’errore di posizionamento iniziale?

“Sinceramente, se guardiamo a come è posizionata Tuono 660 rispetto alla sorella RS, non me la sentirei di parlare di vero e proprio errore.
Piuttosto credo che Aprilia abbia voluto dare un segnale rispetto a quanto crede ed investe in questa piattaforma 660, posizionando in maniera molto aggressiva e competitiva Tuono 660 Factory, rispetto alla ricca dotazione che porta in dote.”

Un grandissimo ringraziamento a Marco, un grosso in bocca al lupo per tutti i prossimi progetti che lo vedranno protagonista. Vi consiglio di dare un’occhiata al canale YouTube Giroboys che gestisce con alcuni amici. Recensioni motociclistiche molto schiette e ben realizzate.

Nazario Peruggini

Da sempre appassionato di auto, dal 2017 tornato al mondo delle due ruote. Nel garage, sempre in evoluzione, una KTM 890 SMT, una Duke 790 2023 e una piccola Honda CRF300L.

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