Prove su Strada

Triumph Tiger Sport 660

Cilindrata media, marchio blasonato. Dotazione completa e un prezzo competitivo. Come va questa Sport Touring, rivelazione del mercato 2022?

Moto dell’anno 2022. La redazione di MCN, acronimo del sito motorcyclenews.com, ha deciso di premiare la Tiger Sport come migliore proposta dell’anno in corso. Un po’ di sano campanilismo inglese? Non possiamo negare di aver avuto da subito la curiosità di provare questa moto che va ad inserirsi in un segmento potenzialmente importante, ma in parte dimenticato dalle case. L’evoluzione della specie ha portato molti di questi modelli a trasformarsi in piccole crossover. Versys, V-Strom, CB500X. Solo la Tracer 7 appare più vicina al concetto di sportività. Ed è proprio la Yamaha la rivale numero uno della Triumph.

Un biglietto da visita di tutto rispetto

8995 euro. Prezzo aggressivo, ritoccato poche settimane fa con un rialzo di 300 euro circa. La scheda tecnica parla di una moto completa di ride by wire, due mappature, controllo di trazione e display misto LCD e TFT. Ruote da 17, peso che supera di poco i 200 kg, lunga lista di optional tra cui spiccano il Quick Shifter bidirezionale e le valigie laterali con attacchi già integrati nel codone. Non manca il comando remoto per il precarico. Unico grande assente il Cruise Control, non disponibile nemmeno come optional.

Una linea semplice ed elegante firmata dall’italiano Rodolfo Frascoli.

Com’è fatta

La linea è davvero piacevole, un anteriore moderno ma al tempo stesso classico, che ricorda le classiche sport tourer giapponesi. Doppio faro, cupolino regolabile, dettagli curati con qualche particolare cheap che fa i conti con un prezzo davvero competitivo. Le verniciature sono ottime, le rifiniture del motore anche. Ciò che non mi ha esaltato sono i riser (di colore grigio) che mostrano la parentela stretta con la naked Trident, molto alti e visibili. Con relativo blocco chiave posto in posizione bassa e scomoda. I blocchetti sono essenziali ma con un bel feed morbido. I paramani (opzionali) sono di ottima qualità. La parte del cupolino appare piuttosto “debole” ed esposta alle vibrazioni. La strumentazione non è eccezionale e probabilmente avrei preferito una disposizione diversa delle info (sopratutto per il contamarce). Il manubrio è largo il giusto, la sella a 835 mm permette a tutti (o quasi) di toccare facilmente. Disponibile in optional quella ribassata, montata sull’esemplare che ho testato. Tra le tre colorazioni disponibili preferisco indubbiamente la blu e la grigia. Quella rossa mi ha deluso ma si sa, questi sono gusti puramente personali.

A spasso sul Penice con Antonio e Maurizio

L’occasione del test si è presentata in un sabato di ottobre dal clima quasi estivo. Partiti da Milano, passando per Bobbio, siamo saliti sul Penice per fermarci a pranzo al ristorante Buscone. Antonio (mio fratello) e l’amico Maurizio dettavano il passo con le loro Duke 890 R (moto spettacolare, ma ne parleremo in un altro momento), mentre io con i miei tempi da “fermone” mi godevo il paesaggio sulla piccola inglese. Che dire, una moto che ti mette subito a tuo agio. Amichevole come una Honda, ma non per questo noiosa. Anzi.

Cosa mi è piaciuto

Posizione di guida ben studiata (io sono 1.73). Forse avrei gradito delle pedane un filo più arretrate, ma in generale l’ergonomia è riuscita. Tranne per la leva della frizione, non regolabile e piuttosto lontana. Non capisco come alcune case si ostinino a non mettere un comando regolabile su prodotti di fascia media (e mi riferisco anche ad Aprilia con Tuono ed RS). Cambio ottimo, quick shifter praticamente perfetto. Il motore spinge bene e la coppia non manca, con la consueta morbidezza di un tre cilindri, che permette l’uso di marce alte anche a velocità ridotte. La moto è agile e il peso si percepisce poco, non mettendo mai in difficoltà. Ottima frenata (freno posteriore sopra la media), con un ma …

Cosa non mi è piaciuto

Parlavamo di frenata? La risposta è un filo troppo morbida, viene quindi da aggredire di più la leva e a quel punto la moto frena bene e tanto mettendo un po’ in crisi la forcella morbida. Probabilmente il difetto più grande di questa Tiger sono proprio le sospensioni che, per carità, potrebbero anche andare bene per una moto turistica o da passeggio. Ma che alla fine tradiscono l’indole sportiva del motore, che ti spinge a divertirti con una guida allegra, mettendo appunto in risalto i limiti del comparto sospensioni. Nulla di trascendentale, difetti che vengono smussati conoscendo meglio la moto e adattandosi al suo stile di guida prediletto. Un’andatura sportiva si, ma senza esagerare. La mia seconda moto è una KTM Adventure 390 e probabilmente sulla piccola austriaca c’è una maggiore armonia tra freni, sospensioni, prestazioni del motore e ciclistica che la rendono divertente e meno esposta a mostrare subito i propri limiti.

Altro aspetto, a cui non sono abituato, sono le vibrazioni del tre cilindri se messo alla prova con vigorose accelerazioni. Qui credo si tratti più di un’abitudine personale, avendo avuto solo moto monocilindriche e bicilindriche. Che hanno molte vibrazioni si, ma del tutto differenti da quelle del 660 inglese, che in certi contesti pare andare “sotto sforzo”. La moto scalda, non l’ho usata molto in città ma questo difetto riguarda tante euro 5.

Ultima piccola nota dolente la rapportatura troppo corta. Per una moto che fa del touring il suo credo, penso si sarebbe dovuto optare per rapporti più lunghi. Nulla di irrisolvibile con modifiche after market.

Verdetto

Se vi sentiti orfani delle vecchie Yamaha Fazer e modelli simili, questa Triumph è fatta per voi. Una moto che entra nel segmento ponendosi subito al vertice, sia per rapporto qualità prezzo sia per dotazione e accessori disponibili. Alcune piccole pecche, per i più smaliziati, sono comunque risolvibili mettendo mano a sospensioni e rapportatura del cambio. Yamaha dovrà darsi una svegliata e aggiornare la dotazione della Tracer se vorrà continuare a mantenere la leadership di questo segmento. Personalmente mi auguro che Aprilia e KTM decidano di proporre qualcosa di simile con ruote da 17. E magari anche Honda, che ha appena presentato un bicilindrico nuovo che equipaggerà la Hornet. Ma se avete fretta e non volete rinunciare alla sportività (assente su Versys e V-Strom) non avete scelta, questa è la proposta migliore senza alcun dubbio.

Nazario Peruggini

Da sempre appassionato di auto, dal 2017 tornato al mondo delle due ruote. Nel garage, sempre in evoluzione, una KTM 890 SMT, una Duke 790 2023 e una piccola Honda CRF300L.

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