Recensione Husqvarna Skutta: il primo monopattino elettrico by Pierer Mobility
Primo modello di una serie che vedrà, nel corso degli anni, il marchio svedese affermarsi nel settore della mobilità sostenibile. Scopriamo come va.
Un test ride diverso dal solito. Con queste parole Antonio di Moto Service, concessionaria ufficiale KTM e Husqvarna, mi ha proposto una prova approfondita di un prodotto nuovo per il loro punto vendita. Un monopattino, progettato da Husqvarna, che si presenta con una linea insolita e alcune particolarità che lo rendono davvero unico.
Io “odio” i monopattini
Hanno invaso le nostre città, rivoluzionando la mobilità di una vasta fetta di popolazione, che investe varie fasce d’età. Sono diventati un oggetto divisivo, apprezzato da molti, odiato da tanti. Divenuti persino oggetto di campagne politiche. I monopattini elettrici fanno parte della nostra realtà quotidiana, con tutti i pro e i contro annessi, ma di certo dietro tante critiche si nasconde una scarsa educazione stradale. Oltre a numerose norme per la sicurezza non rispettate, a partire dal limite massimo di velocità, che poco ben si sposano con lo stato disastrato dei nostri manti stradali. Anche le creazione di piste ciclabili talvolta un po’ cervellotiche, non ha aiutato ulteriormente una corretta integrazione di questo mezzo nel traffico urbano. Traffico in cui, va sempre detto, guidare un auto è diventato un piacevole intermazzo tra un messaggio whatsapp audio e uno di testo.
Riconosco di essere sempre stato tra quelli che hanno criticato questo mezzo, preferendo di gran lunga una classica mountain bike muscolare, e sostenendo quei meme che spesso hanno ridicolizzato i ragazzi di oggi rispetto a quelli che sognavano i 125 a due tempi sulle copertine di Motociclismo. La richiesta di Antonio quindi, mi ha spiazzato e al tempo stesso creato una sana curiosità legata a tanto scetticismo. “Ok proviamolo!”
Scheda tecnica e caratteristiche
Si è vero, avrei voluto provare un 701 Motard, che tra l’altro nella colorazione 2024 è davvero spettacolare. Ma quando sono andato a ritirare questo Skutta, mi ha colpito molto la sua forma anomala rispetto agli altri. Diamo però prima uno sguardo alla scheda tecnica.
- Ruota anteriore da 10 pollici, posteriore da 8
- Sistema di chiusura brevettato, cavalletto in metallo
- Doppio freno a disco a tamburo
- Motore da 350 W
- Luci a led, campanello e frecce, supporto targa, omologato per le nuove regole
- Velocità massima di 20 km/h
- Tre modalità di guida
- Peso dichiarato di 17 kg, confermato dal nostro test sulla bilancia
- Resistenza all’acqua IPX4
- Autonomia di 23 km
- Batteria estraibile in pochi secondi, carica batterie rapido
Il sistema di chiusura, azionato da due pulsanti a scatto, si differenzia notevolmente dalla concorrenza, per forma, robustezza e praticità. Il corpo del monopattino, da chiuso, diventa molto piatto e facilmente trasportabile con una maniglia integrata. Proprio in questo aspetto lo Skutta ci trasmette tanta solidità e ci lascia presagire un’ottima longevità meccanica. La ruota anteriore, da 10 pollici, sfrutta una soluzione tubeless. Mentre quella posteriore, da 8, ha un’anima in schiuma antiforatura. Il freno posteriore si aziona intervenendo direttamente sul parafango. La batteria BLi30, condivisa con altri dispositivi Husqvarna dedicati al mondo del giardinaggio, offre un’innovativa soluzione a sgancio rapido, che permette quindi di utilizzarne anche una seconda, oltre che di sostituirla facilmente in caso di usura. Questa soluzione ha permesso anche un’altra chicca progettuale, quella cioè di tenere bassa la pedana e il relativo baricentro, per una compattezza non solo estetica ma anche funzionale a livello di guida. Ma parlando proprio di guida, come va su strada?
Prova su strada, pro e contro
Lo avete capito, non sono un esperto del settore e sono partito anche da un forte pregiudizio nei confronti del tipo di mezzo. Ma, vi confesso, avendolo utilizzato per varie settimane e con un po’ di abitudine, ho iniziato a ricredermi sull’utilità dei monopattini. Sono sicuramente dei mezzi che possono avere un perché, a patto di rispettare certe limitazioni e sopratutto se usati nel modo giusto.
Questo Skutta, nella sua compattezza, nella sua semplicità e solidità, ben risponde a queste caratteristiche. Molto semplice da usare, con dotazione completa e facilità di utilizzo grazie anche al suo baricentro basso, si lascia guidare bene anche in virtù di una velocità massima che rispetta con precisione i limiti imposti dalle nuove leggi. 20 km orari sono il limite giusto per questo tipo di veicolo, adeguati alla sua struttura, all’impianto frenante e al raggio delle ruote. Manca un sistema di ammortizzatori, e questo si avverte sui nostri manti stradali, ma al tempo stesso ci ricorda appunto come questi mezzi andrebbero guidati. Meno manetta e più dolcezza nella guida risolvono in parte questo problema di comfort.
L’autonomia rispetta quella dichiarata dalla casa, di certo non da primato, ma il plus di una batteria estraibile è un vantaggio non da poco. I tempi di ricarica completa superano di poco le quattro ore, le modalità di guida sono tre associate ai vari colori del led di stato.
Verde equivale a Sport, Blu ad Economy (velocità uguale a sport ma meno potenza in accelerazione), Bianco alla modalità Pedone (6 km/h). Led di stato che di fatto è l’unico indicatore presente su questo mezzo, a cui manca un display, e sarà uno dei (pochi) contro.
Pregi? Linea originale, solidità, cura dei dettagli. Batteria estraibile e compatibile con altri dispositivi del marchio (facile reperiribilità). Sistema di chiusura e praticità della maniglia. Le frecce integrate, ai lati del manubrio, che si attivano/disattivano con una semplice pressione sulle stesse.
Difetti? Manca un display, forse una scelta votata al minimalismo, ma se ne sente l’assenza anche perché non c’è possibilità di connetterlo allo smartphone e di avere informazioni su km percorsi e autonomia. Lo stato di carica della batteria, in realtà, sarà indicato dal led di stato prima citato e da alcuni led posti sulla batteria stessa, utili anche durante la fase di ricarica. Ma un bel display LCD su manubrio sarebbe stato ideale.
Altro difetto notato, lo spegnimento automatico, che interviene troppo velocemente spegnendo il mezzo anche in una semplice sosta al semaforo, se non registra alcuna interazione con i pulsanti. Pulsanti che sono due, quello dell’accelaratore e quello di accensione e spegnimento che serve anche per variare la modalità di guida. Ultimo difetto è sicuramente il prezzo di listino, di ben 990 euro, sicuramente giustificato dalla qualità del marchio e del prodotto, dalla produzione in Europa dello stesso e dall’innovativo sistema di chiusura, ma che a maggior ragione stride con i difetti citati prima. Speriamo magari in un po’ di scontistica futura.
Conclusioni
Ho cambiato idea sui monopattini? In parte si, e devo dire che al netto dei piccoli difetti riscontrati, ho apprezzato molto questo Skutta in particolare. Il sistema di chiusura semplificato, la compattezza e la praticità di uso, anche rispetto a qualche altro rivale che ho avuto modo di testare (strutturalmente più grandi e alti a livello di pedana), me lo hanno fatto apprezzare chiudendo un occhio sulla mancanza del display e della connettività allo smartphone. Una soluzione di mobilità molto svedese quindi, solida e minimalista, che magari in futuro potrò considerare negli spostamenti urbani a corto raggio, grazie anche alla presenza sempre maggiore di piste ciclabili nella mia città. Un grazie ad Antonio e Michele di Moto Service per questo originale test ride di lunga durata, che mi ha fatto comprendere come le cose vadano provate prima di essere giudicate. Un po’ come accade nel mondo delle moto, in cui troppo spesso ci si sofferma solo sulle schede tecniche, senza manco aver effettuato un giro di prova.